Storia Delle Isole Tremiti

Le isole erano abitate già dal IV-III secolo a.C., per molti secoli furono un luogo di confino.

Nel 780 Carlo Magno esiliò alle Tremiti Paolo Diacono che, però, riuscì a fuggire.

Nell’VII secolo fu fondata l’abbazia benedettina sull’isola di San Nicola. Le prime notizie certe dell’abbazia di Santa Maria a Mare, definita da Émile Bertaux la Montecassino in mezzo al mare, sono datate all’inizio dell’XI secolo.

Nel 1045 l’abate Alderico fa riedificare la chiesa e la fa consacrare dal vescovo di Dragonara, nonostante le richieste di autonomia e le proteste dei religiosi tremitesi, l’abbazia rimase un possedimento dell’abbazia di Montecassino per circa un secolo.

Nel XIII secolo, oramai svincolata dal monastero cassinese, aveva possedimenti in terraferma dal Biferno fino alla cittadina di Trani.

Nel 1237 il l’abbazia passa ai monaci cistercensi.

Nel 1300 il corsaro Almogavaro e la sua flotta trucidarono i monaci e misero fine alla presenza cistercense nell’arcipelago.

Nel 1412, in seguito a pressioni e lettere apostoliche, e su diretto ordine di Gregorio XII, una piccola comunità di Lateranensi, proveniente dalla chiesa di San Frediano in Lucca e guidata da Leone da Carrara si trasferì sull’isola per ripopolare l’antico centro religioso.

I Lateranensi restaurarono l’abbazia, ampliarono le costruzioni, con la realizzazione di numerose cisterne ancora oggi funzionanti, estesero i possedimenti dell’abbazia sul Gargano, in Terra di Bari, Molise e Abruzzo.

Nel 1567 l’abbazia di San Nicola riuscì a resistere agli attacchi di Solimano il Magnifico e della sua flotta.

Nel 1783 l’abbazia fu soppressa da re Ferdinando IV di Napoli che istituì sull’arcipelago una colonia penale.

Nel periodo napoleonico l’arcipelago fu occupato dai murattiani, questi si trincerarono all’interno della fortezza di San Nicola resistendo agli assalti di una flotta inglese, e oggi i buchi delle palle di cannone inglesi sulla facciata dell’abbazia, sono ancora visibili.

Nel 1843 re Ferdinando II delle Due Sicilie con l’intento di popolare le isole vi deportò delinquenti napoletani.

Nel 1911 furono confinati alle Tremiti circa 1300 libici che si opponevano all’occupazione coloniale italiana e a distanza di circa un anno, un terzo di questi erano morti.

In epoca fascista l’arcipelago continuò a svolgere la sua funzione di confino, ospitando tra l’altro il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini.